Zola e l'arte 1. Il pittore Claude Lantier
Rue Vieille du Temple: con piacere ho visto che esiste e che non dovrebbe aver subito grossi mutamenti dai tempi in cui Zola fa percorrere questa strada dal protagonista de L'oeuvre, il giovane artista bohemien Claude Lantier. Pittore alla ricerca del successo attraverso la faticosa e lunghissima realizzazione dell'opera perfetta, porta con se' l'eredità caratteriale di genitori e avi; ciò gli determina momenti di rabbia violenta e plateale, seguiti da repentini mutamenti di umore. In lui si alternano ore di produzione senza sosta, a lunghi momenti in cui si sente un fallito, medita sull'impossibilità di dipingere l'opera straordinaria che occupa la sua mente. Sfoga il senso di frustrazione esternando il proprio sdegno nei confronti del mondo borghese: della morale, dei valori, delle idee e soprattutto dell'arte gradita alla buona borghesia parigina: arte addomesticata dal potere e ad esso asservita; arte innocente -troppo innocente- mansueta ed ubbidiente. È la produzione accademica: quella contro la quale Claude si scaglia furioso, ma è una lotta impari. Claude è portatore del nuovo, dell'anti-accademismo, dell'en plein air, di soggetti che faranno tremare le vene e i polsi a chi era legato mani e piedi all'ormai superata tradizione, che non aveva più nulla da dire, soprattutto ai giovani artisti. Ed è proprio della tradizione che Claude si sbarazza, con le sue pennellate energiche e un po' folli, con la figura di donna, nuda su un prato, presso la quale siede (di spalle) un signore elegantemente vestito, con giacca di velluto nero. Vi viene in mente qualcosa, penso.
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