venerdì 4 agosto 2023

La locomotiva di Guccini e La bestia umana di Zola

 



Oggi, un incontro abbastanza insolito: Francesco Guccini ed Emile Zola. Tutti conosciamo La locomotiva, immortale brano del cantautore romagnolo, dove una locomotiva a vapore, come una cosa viva,  viene lanciata a bomba contro l'ingiustizia: il macchinista vuole riscattare le tante generazioni senza nome sfruttate dai ricchi, e per questo, vincendo esitazioni e paure, dirige il suo mostro contro un treno pieno di signori, che all'urto mortale sarebbe dovuto deflagrare. Ebbene, nel romanzo di Zola  La bestia umana vi è una scena, che corrisponde alla conclusione, dove una locomotiva a vapore, alla testa di un lunghissimo treno, corre senza freni e senza controllo: una vera bomba destinata a seminare morte. Jaques Lantier è il macchinista, e la locomotiva porta 18 carri-bestiame pieni all'inverosimile di soldati diretti al fronte; siamo infatti agli inizi della guerra franco-prussiana. Ma durante il viaggio, Jaques deve far fronte all'ostilità del fuochista, che ha scoperto una tresca tra il collega e la sua donna. Tra i due si scatena una rissa, che culmina con la morte di entrambi: nella lotta, i due cadono avvinghiati giù dal treno, e il risucchio li getta sotto le ruote, dove vengono fatti a pezzi. E il treno, ormai privo di controllo,  prosegue la sua corsa folle, a velocità estrema. La velocità è paurosa: i soldati, ignari di quanto sta accadendo, la percepiscono ma se ne rallegrano e cantano ancora più forte, sotto l'effetto dell'acquavite. Il treno, ormai un vero e proprio mostro dotato di vita propria, divora i chilometri superando tunnel e stazioni; fantasma sfrenato nelle tenebre, non tiene conto di segnali e ostacoli, corre sempre più lontano, sempre lanciato da una forza cieca, da una forza morta, e la locomotiva  correva verso la morte, carica di carne da cannone: di quei soldati, abbrutiti dalla stanchezza, e ubriachi, che continuavano a cantare. 

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