sabato 3 giugno 2023

Il male di vivere

 Bene non seppi, fuori del prodigio

che schiude la divina Indifferenza.

Era la statua nella sonnolenza

del meriggio, era la nuvola,

era il falco alto levato.

Quando non sai piu' a che cosa appigliarti, a cosa credere o pensare, che futuro ti aspetta, anche domani, dopodomani, etc. ... in un contesto che così non dovrebbe essere. Quando senti che non c'è niente, niente, niente, e che non ti aspettano altro che momenti anche peggiori di quelli che stai vivendo, quando la vita è repellente, fa schifo, è un carcere, una porcheria, perché ti manca qualcosa di molto semplice a cui ogni individuo aspira, quando certe cose le vorresti dove non sono, e il contesto è pauroso, l'attesa è paurosa, inconcepibilmente brutta, si cerca di seguire ciò che dice Montale in quei 5 versi. Indifferenza, ossia distacco, distanza emotiva, congelamento emotivo, allontanamento dal contesto che ti fa soffrire, chiudersi in disparte. Se riesci a conquistare questa indifferenza/distacco, anche dolorosamente perché magari non vorresti, almeno vivi. Tuttavia è un'impresa difficile il distacco, il raggiungimento dell'indifferenza.
Questi versi di Montale hanno un valore universale e senza tempo. L'indifferenza, per lui significava mitigare il dolore della consapevolezza di ciò che siamo (ossi di seppia gettati da un destino assurdo in un universo assurdo, dal nulla al nulla passando attraverso un ponte di sofferenza e dolore) allorquando vediamo una crepa nel sistema/schermo adottato dalla natura per ingannarci. Quando la skene' si lacera, lasciando apparire per un secondo la verità nuda, ossia il nulla, allora, l'individuo che si accorge di ciò che sta dietro le apparenze, può tentare l'impresa...

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