Il "Dialogo di un venditore di almanacchi e di un passeggere" è sempre straordinariamente attuale; Leopardi è l'autore nel quale maggiormente possiamo rispecchiarci. L'ultimo giorno dell'anno ci induce a sperare in un tempo nuovo, migliore del precedente, ricco di eventi positivi che in gran parte non si realizzeranno, e lo sappiamo bene, e quasi ci sentiamo in imbarazzo persino nel fare gli auguri alle persone. Anche il venditore sa che è meglio non aspettarsi molto dal futuro: senz'altro ad ogni fine d'anno, negli anni precedenti, avrà sperato in un nuovo anno migliore, ma con la segreta consapevolezza che ciò non si sarebbe avverato. E così è stato, anno dopo anno. Egli non tornerebbe volentieri al passato, sempre deludente. L'attesa e la speranza coesistono più o meno pacificamente, e il piacere/felicità sta solo nell'attesa.
VenditoreAlmanacchi, almanacchi nuovi; lunari nuovi. Bisognano, signore, almanacchi?PasseggereAlmanacchi per l’anno nuovo?VenditoreSi signore.PasseggereCredete che sarà felice quest’anno nuovo?VenditoreOh illustrissimo si, certo.PasseggereCome quest’anno passato?VenditorePiù più assai.PasseggereCome quello di là?VenditorePiù più, illustrissimo.PasseggereMa come qual altro? Non vi piacerebb’egli che l’anno nuovo fosse come qualcuno di questi anni ultimi?VenditoreSignor no, non mi piacerebbe.PasseggereQuanti anni nuovi sono passati da che voi vendete almanacchi?VenditoreSaranno vent’anni, illustrissimo.PasseggereA quale di cotesti vent’anni vorreste che somigliasse l’anno venturo?VenditoreIo? non saprei.PasseggereNon vi ricordate di nessun anno in particolare, che vi paresse felice?VenditoreNo in verità, illustrissimo.PasseggereE pure la vita è una cosa bella. Non è vero?VenditoreCotesto si sa.PasseggereNon tornereste voi a vivere cotesti vent’anni, e anche tutto il tempo passato, cominciando da che nasceste?VenditoreEh, caro signore, piacesse a Dio che si potesse.PasseggereMa se aveste a rifare la vita che avete fatta né più né meno, con tutti i piaceri e i dispiaceri che avete passati?VenditoreCotesto non vorrei.PasseggereOh che altra vita vorreste rifare? la vita ch’ho fatta io, o quella del principe, o di chi altro? O non credete che io, e che il principe, e che chiunque altro, risponderebbe come voi per l’appunto; e che avendo a rifare la stessa vita che avesse fatta, nessuno vorrebbe tornare indietro?VenditoreLo credo cotesto.PasseggereNé anche voi tornereste indietro con questo patto, non potendo in altro modo?VenditoreSignor no davvero, non tornerei.PasseggereOh che vita vorreste voi dunque?VenditoreVorrei una vita così, come Dio me la mandasse, senz’altri patti.PasseggereUna vita a caso, e non saperne altro avanti, come non si sa dell’anno nuovo?VenditoreAppunto.PasseggereCosì vorrei ancor io se avessi a rivivere, e così tutti. Ma questo è segno che il caso, fino a tutto quest’anno, ha trattato tutti male. E si vede chiaro che ciascuno è d’opinione che sia stato più o di più peso il male che gli è toccato, che il bene; se a patto di riavere la vita di prima, con tutto il suo bene e il suo male, nessuno vorrebbe rinascere. Quella vita ch’è una cosa bella, non è la vita che si conosce, ma quella che non si conosce; non la vita passata, ma la futura. Coll’anno nuovo, il caso incomincerà a trattar bene voi e me e tutti gli altri, e si principierà la vita felice. Non è vero?VenditoreSperiamo.PasseggereDunque mostratemi l’almanacco più bello che avete.VenditoreEcco, illustrissimo. Cotesto vale trenta soldi.PasseggereEcco trenta soldi.VenditoreGrazie, illustrissimo: a rivederla. Almanacchi, almanacchi nuovi; lunari nuovi.Giacomo Leopardi, Operette morali,
a cura di Walter Binni e Enrico Ghidetti. Tutte le opere, vol. I, Firenze: Sansoni Editore, 1969(https://it.wikisource.org/wiki/Operette_morali/Dialogo_di_un_venditore_d%27almanacchi_e_di_un_passeggere)
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