domenica 4 giugno 2023

ANTOLOGIE 1

            L'antologia del Biennio Ginnasiale                                                          

T. Di Salvo-G. Zagarrio, Forma & realtà, Antologia di letture italiane e straniere dal Settecento al Novecento, La Nuova Italia Editrice, Firenze 1977

LibriDiScuola 1. Foto scattata assai male, tuttavia deve solo rendere l'idea di ciò che si studiava, quando frequentavo il ginnasio, e che anche i miei molti compagni d'allora ricorderanno. Ebbene: la pagina riporta un passo di Alessandro verri tratto da Il Caffè. La cosa curiosa, vista nella prospettiva attuale, è che questo brano ci venne proposto il primo giorno di ginnasio, non mi ricordo in quale giorno di settembre dell'anno 1978. IL PRIMO GIORNO DELLE SUPERIORI PER I RAGAZZI DELLA MIA LEVA! Non so se ci rendiamo conto: noi tutti eravamo bimbi e provenivamo dalle medie, tutti piu' o meno con la stessa consapevolezza di che cosa significava frequentare il Liceo Ginnasio A.Doria, allora popolato da severissimi e accigliati sacerdoti della cultura classica, e moderna. Io, in particolare, proveniva da una scuola privata di suore, dove non avevo mai studiato piu'di un'ora al giorno, dove non avevo imparato nulla, e mi ritrovai all'improvviso immersa in un mondo incomprensibile, da cui avrei voluto fuggire. Pensate ad una bambina di fronte a una pagina come questa. Eh sì, e soprattutto trovarsi, al pomeriggio, a tu per tu con queste pagine da riassumere per il giorno dopo, pagine di cui capivo ben poco. Oggi, penso che questo brano sarebbe improponibile, in prima superiore; nessun editore lo inserirebbe in un'antologia "per il biennio". Per noi, invece, fu un buon riscaldamento muscolare per la palestra che avremmo, da quel momento, assiduamente frequentato. Persino io, "così refrattaria", iniziai presto a capire che lì bisognava studiare: me lo dicevano, imperiosamente, i primi voti. A casa, nessuno era in grado di aiutarmi, naturalmente. Ecco perché era indispensabile essere in grado di superare autonomamente i numerosi ostacoli. Anche nel caso del Liceo D'Oria, vi furono allora - mi si passi la citazione, che non vuole assolutamente mancare di rispetto - i sommersi e i salvati. Infatti, era tutt'altro che una scuola democratica: se avevi delle risorse domestiche (famiglia in grado di aiutarti, ovvero con strumenti culturali e/o economici adeguati) potevi arrancare, all'inizio, ma pian piano ce l'avresti fatta; potevi anche ritirarti, o al limite venire bocciato e frequentare, per un anno, una di quelle tante scuole private per i ragazzi ricchi di allora, e poi rientrare alla base. Se avevi difficoltà e a casa non vi erano risorse di alcun genere, i casi erano due: o riuscivi, con un'immensa forza di volontà, a studiare e a capire per conto tuo quello che gli insegnanti di allora spiegavano in modo spesso superficiale e disattento, oppure non proseguivi, e alla fine del primo quadrimestre, con la tua pagella piena di tre e di quattro tranne religione e ginnastica, sapevi già che l'anno successivo avresti cambiato scuola, o abbandonato del tutto. Eh sì, anche allora esisteva l' "abbandono", e nessuno ti correva dietro.

Tornando ai giorni nostri, i libri del biennio, di qualsiasi biennio, riportano tutti gli stessi brani, suddivisi per generi/tematiche/percorsi, e sono pressoché immancabili La sentinella, un racconto tratto da Marcovaldo e le stagioni in città (sempre attuale), un brano tratto da Il Signore degli anelli (in calo), ed alcuni altri passi dedicati all'adolescenza e al bullismo. Spesso inseriscono il racconto Eveline da Gente di Dublino, qualche articolo di giornale di una decina di anni fa, e raramente, molto raramente, un brano tratto da I promessi sposi. Tutto ciò per dire che i ragazzi non riescono ad affrontare letture di un certo respiro perché è la scuola, o meglio i libri scelti dalla scuola e da certi insegnanti su proposta degli editori, a non creare la curiosità che può tradursi in una sfida ad una lettura piu'interessante.


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