domenica 6 novembre 2022


 Storia di un braccialetto carino.

Molti anni fa - andavo alle elementari - durante le vacanze estive, in luglio, andai a Firenze con mio fratello. Fu quello il più bel viaggio della mia vita. La sera prima aveva piovuto a dirotto, con tuoni, lampi...un temporale estivo pascoliano,ma di lunga durata. La terza puntata della"Odissea" era stata interrotta poco dopo la presentazione di Ungaretti. Avevo tanta paura di non partire, perché quello era il mio primo viaggio. E invece partimmo, al mattino presto, e con la pioggia , che si diradava entrando in Toscana. Anche allora, si sostava a Pisa per il cambio. Non riesco a descrivere che cosa sentissi allora nel cuore, ma posso immaginare l'ansia di arrivare. E quando finalmente raggiungemmo Firenze, andammo a mangiare una trattoria che chiaramente non esiste più, e si chiamava "Marione". Mio fratello prese la ribollita e il polpo affogato. Io mi ricordo delle patate fritte assai buone, ma con tanto pepe, a cui non ero abituata. In albergo ci servirono delle ottime banane fritte, e lo straordinario "gelato caldo", delizia ossimorica. E quante strade, chiese, affreschi, musei, piazze e statue in quelli che furono solo tre giorni di vacanza. Le chiese mi facevano molta paura, per le tombe sotto il pavimento. Cercavo di non guardare teschi e tibie e altri rilievi molto levigati dal tempo; camminavo lungo gli stretti spazi tra tomba e tomba. Oltre a queste macabre presenze in Santa Croce, notai che, sugli scranni di Lugano scuro del presbiterio di S.Maria Novella, vi erano scolpiti, in rilievo, altri crani: uno per ciascun domenicano assiso al proprio posto. In quei giorni scoprii quanto mi piacessero le altezze, possibilmente vertiginose. Fui felice di salire gli innumerevoli gradini del Campanile di Giotto, e di trovarmi, poi, dalla balaustra da cui vedevo, lontano lontano, il via vai di personcine piccole piccole. C'erano molti preti , e noi li chiamavano "bagoni". Chi è di Genova dovrebbe conoscere il significato del termine. Anche a Santa Maria del Fiore ebbi modo di sfogare il mio desiderio di salire scale e scale....
Più tardi, mio fratello mi comprò un'orzata al latte, che era in un altissimo calice... E intanto, lungo l'Arno, c'era tanto sole. La domenica mattina, prima di partire per Siena, passammo al mercato, e mio fratello mi regalò un leggerissimo scialletto verdolino, di una lana sottilissima. E, lungo l'Arno, sul Ponte Vecchio, mi comprò il bracciale che vedete. Per me, è il più bello del mondo.


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