lunedì 10 ottobre 2022



  In pasticceria con Guido Gozzano

il Caffé Baratti, nel centro di Torino, è luogo antico e suggestivo, dai profumi invitanti, che fa rivivere l'emozione di ambienti eleganti e raffinati e tranquille conversazioni pomeridiane della Belle Epoque. È il caffè in cui si recava abitualmente  Guido Gozzano.


Così, oggi noi vogliamo immaginare il nostro Guido, seduto al suo tavolo preferito, mentre sorseggia un caffé, ed il suo sguardo si sofferma sulle belle dame torinesi, di cui il poeta osservava, con ironica dolcezza, il comportamento: l'attenzione nel selezionare la pasta, il gusto con cui divorano la preda, il gesto imbarazzato di ripulire le dita dalla crema; tutto ciò faceva tornare bambine queste eleganti e distinte giovani signore. Sovente Guido ritrae donne e fanciulle in situazioni piuttosto insolite: mamma e figlia in bici, una ragazza che si risveglia circondata da farfalle liberate dalla crisalide appena schiusa, una giovane donna che si veste e si adorna con un abito e una collana di cinquant'anni prima per far rivivere Carlotta, l'amica di Nonna Speranza, quando i suoi sogni erano ancora trilustri.  

La poesia è veramente delicata, garbata e sorridente: si potrebbe dire che profuma di zucchero a velo e cioccolatte.


Le golose


Io sono innamorato di tutte le signore

che mangiano le paste nelle confetterie.

Signore e signorine -
le dita senza guanto -
scelgon la pasta. Quanto
ritornano bambine! Perché niun le veda,
volgon le spalle, in fretta,
sollevan la veletta,
 divorano la preda.10
5
C’è quella che s’informa       
pensosa della scelta;
quella che toglie svelta,
né cura tinta e forma.

L’una, pur mentre inghiotte,15
già pensa al dopo, al poi;
e domina i vassoi
con le pupille ghiotte.


un’altra - il dolce crebbe -
muove le disperate
20


bianchissime al giulebbe                                                         
dita confetturate!

Un’altra, con bell’arte,
sugge la punta estrema:
invano! ché la crema
esce dall’altra parte!

  
25
L’una, senz’abbadare
a giovine che adocchi,
divora in pace. Gli occhi
altra solleva, e pare
30
sugga, in supremo annunzio,



non crema e cioccolatte,
ma superliquefatte
parole del D’Annunzio.

Fra questi aromi acuti,35
strani, commisti troppo
di cedro, di sciroppo,
di creme, di velluti,

di essenze parigine,
di mammole, di chiome:

oh! le signore come
ritornano bambine!

Perché non m’è concesso -
o legge inopportuna! -
il farmivi da presso,

baciarvi ad una ad una,

o belle bocche intatte
di giovani signore,
baciarvi nel sapore
di crema e cioccolatte?


Io sono innamorato di tutte le signore
che mangiano le paste nelle confetterie.














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