martedì 27 settembre 2022

 Sorprendente Piccolo mondo antico! Suscita emozioni indefinibili, come lo sono certe atmosfere del libro, forse un senso di nostalgia verso quel mondo. Da parte mia, come se lo avessi vissuto, come se mi mancasse perdutamente il mondo che evidentemente precedeva i tempi di Fogazzaro: nostalgico anche lui, verso una società definitivamente perduta: quella avanti l'unità d'Italia. Le relazioni tra persone semplici e buone, talune astute, qualcuna assolutamente malvagia, mi hanno emozionata. Indimenticabile la scena del lago sotto il vento e il temporale, con la buona e ingenua Sciora Barborin e il marito scaltro e piuttosto ignobile verso la moglie. Ho amato il paesaggio del lago, grigio, minaccioso, plumbeo, e il cielo greve. Ho amato la tempesta sulle acque, le rocce, i paesini addossati alle montagne all'intorno. Temevo che tutto fosse cambiato, ma dalle immagini che ho consultato - come ogni volta che leggo un romanzo dove mi appaiono i nomi di paesi, monti, città...- mi sono ricreduta, riguardo i luoghi affacciati al lago di Lugano. Tutto è rimasto simile, come descritto da Fogazzaro. Da piccola avevo letto questo libro, ma non mi aveva suscitato troppo interesse, anche perché la contrastata storia d'amore tra i due sposi sembra un poco tiepida, forse per la freddezza di Luisa, e l'ambiguità di Franco. E' chiaro che la percezione di una trama cambia, dalla prima adolescenza all'età adulta. L'avevo riletto anni dopo, apprezzando la storia; questa volta ho approfondito il contorno, l'ambiente, il tono dei colloqui, la presenza austriaca, l'autentico patriottismo. Arrivata al momento in cui compare la barchetta metallica portata dall'infelice quanto fatale signora Barborin all' Ombretta, avrei preferito saltare alcune pagine; la fatalità, la coincidenza tra la volontà di Luisa di dire il fatto suo all'odiosa nonna di Franco e la morte per annegamento della bimba (lasciata incustodita e impaziente di mettere la barchetta sulla superficie del lago, è impressionante, lascia col fiato sospeso, magari lo si può immaginare, ma speri sempre che non accada. E il senso di colpa della madre, il rifiuto della morte dell'Ombretta e la rinuncia ad altri figli, rinuncia poi disattesa, e anche qui il lettore rimane in sospeso, e spera che la donna ceda al marito, che forse la vedrà per l'ultima volta. Durante la lettura, è impossibile non affezionarsi al buon Zio Pietro e  non sperare che sia immortale, come tutte le persone che amiamo di più.

                                                Un'edizione dei primi anni del Novecento



La villa Fogazzaro, cui si ispira la casa di Franco e Luisa


Il film del 1941

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