martedì 26 settembre 2023

A SAFFO, PARTE 1^

 SAFFO GENTILE (parte 1^)

Parto da lontano, per arrivare, alla fine di questa parentesi storico-letteraria, al nucleo che mi interessa: una questione puramente lessicale; direi, anzi, eufonica.

La nostra Poetessa, vissuta tra VII e VI secolo, nata da una nobile famiglia, costretta all'esilio, fu ammirata, e forse amata, da Alceo, che la descrive come

Saffo, dai capelli di viola.

Il che significa un'ammirazione forte e decisa per la sua bellezza, tale da trascendere l'innamoramento. Saffo viene ritratta nel suo colore dominante: l'oscurità vellutata delle viole del pensiero, viole inquietanti, dai forti contrasti. Ambigue le viole, prive di profumo, ma colorate e attraenti.

Saffo sposa - penso, sebbene non nomini un marito- e Saffo madre. Adorava la sua bambina che paragona a fiori d'oro; forse, a un sole? E per lei avrebbe dato tutto, anche l'amata Lidia . Amava- da quanto leggiamo nei suoi frammenti- alcune ragazze di particolare bellezza, che l'affascinavano. Forse per il modo di danzare, forse per una dolce memoria di stelle, da esse evocata. Da questo frammento

Sei giunta, ti desideravo

hai dato ristoro alla mia anima ardente

solo per fare un esempio, e senza la necessità di citare, ovviamente, quei versi successivamente rielaborati da Catullo, comprendiamo bene che la Poetessa provava una dolce attrazione per le ragazze come lei, con gli stessi sogni, le stesse ansie e, anche, quel desiderio d'amore e di morte che ne farà una protagonista dell'arte e della poesia romantica.

Più volte Saffo si sente impallidire del pallore della morte, più volte si sente morire. Di desiderio? D'amore? E quanto è da lei lontana, quella mela rossa

Quanto offesa di fronte a quel bel giacinto calpestato nel prato? Chi è il giacinto? Ecco un'aggraziata variante del mito di Giacinto. Il fiore profumato: una ragazza; chi lo calpesta, è sempre il maschio.

Questa delicata, giovane donna mi sembra testimoniare una progressiva consapevolezza di sé, insieme all'orgoglio di amare chi lei e solo lei voleva, incurante degli uomini ignoranti, gretti, che certamente la sbeffeggiavano. Saffo ribelle alle mistificazioni/ipocrisie legate ad un'ottica tutta maschile. L'uomo può amare chi vuole (maschio, femmina, a discrezione delle occasioni), ma la donna?

E Saffo si compiacque di creare un suo tempio, del quale, insieme ad Afrodite, era l'unica dea, o sacerdotessa, se vogliamo (per non scatenare l'atroce vendetta degli dei, con la propria ybris). Raffinata e isolata dal mondo maschilista greco, Saffo insegnò a uno stuolo di fanciulle la danza, il canto, la poesia, la musica. Ciò che cercarono di fare alcuni collegi femminili, circa due millenni più tardi.  Gli uomini, vendicativi e gelosi, forse, del suo successo - un unicum nel mondo greco, come poetessa e come donna, e per quanto riguarda la forza della sua personalità - in età ellenistica, crearono il mito di lei, innamorata di Faone e da lui rifiutata. Il triste mito di una Saffo brutta, mai esistita, mito utile e duttile, tuttavia, per elaborare una favola del tutto originale, mai percorsa dal solco di altri, quanto distante dalla realtà storica di questa donna, che i suoi contemporanei dichiararono BELLA. Unica concessione, facciamola al buon Leopardi, per il quale la Saffo del mito più raro e peregrino non era che un simbolo: se stesso.

Ma guardiamo a Saffo che osserva la luna e le stelle, e soffre di dormir sola; Saffo che brama la morte, brama l'amore: Saffo romantica, connubio di morte e d'amore. Eroina antica di cui poco è rimasto. Troppo poco, perché gli uomini non fossero impossibilitati a stratificare leggende.

Saffo vide ragazze recidersi le chiome

furiosamente, 

 nel nome di una compagna scomparsa; 

riccioli, sacrificio alle Case di Ade.

Ritornerà la nostra compagna?

Abbiamo danzato, e cantato e sognato con lei

tante volte...

Ritornerà, la nostra bella compagna?

Amiche, dov'è, dov'è la melagrana 

cara a Persefone?

Offriamo la melagrana? 

Ci ricondurrà la nostra amica,

Persefone, dalla sua oscurità?

Mito di amore e morte. Quante volte, nelle favole antiche, quante volte nelle rinnovellate favole medievali, e infine romantiche? Infine? No! E' un mito che non morirà mai, un sogno che si rinnova nell'adolescenza e, chissà, anche oltre.

Saffo si augurò la morte,

rimedio alle sofferenze d'amore, 

ma sognando fanciulle, farfalle - petali

colorati. Saffo che sogna la luna, Saffo gelosa,

non dorme, la luna luminosa

compagna delle sue veglie

le indica che l'amore sarà un cuore vuoto,

e incomprensione,

e terrore per lei, 

perchè gli uomini la odieranno, 

e si faranno beffe della sua soavità,

delicatezza calpestata dagli uomini.





Nessun commento:

Posta un commento

Una bella classetta (racconto)

  Una bella classetta tutta di femmine Dai tempi dell'asilo sino al termine della scuola media, Agata dovette frequentare una scuola di...