sabato 10 giugno 2023

Leopardi e la carta dei libri

 nei libri di testo dovrebbero esserci meno immagini e, soprattutto, niente carta patinata: pesantissima, soprattutto per libri di cinquecento pagine e più, delle quali se ne usano forse un centinaio, se si usano. La carta patinata, sotto la luce artificiale, rende difficoltosa la lettura perchè, come tutti sapranno, produce un fastidioso riflesso. Ma è pur vero che questi libri sembrano fatti per non essere letti e tanto meno studiati, solo "trasportati" a scuola. le antologie di letteratura italiana sono dei mattoni: sebbene siano divise in più tomi, ciascuno di essi è un ingombro e un peso eccessivo. Se sfogliamo e leggiamo "a campione" le pagine di commento ai tresti, ci accorgiamo immediatamente della ridondanza, dell'eccesso, della superfluità e ripetitività. Spesso, anzichè porsi l'obiettivo di farsi comprendere, gli autori sembrano voler fare sfoggio di sapienza e di frasi d'effetto.

Vorrei soffermarmi un attimo sul Camera-Fabietti dei primi anni Settanta. Negli anni Ottanta, riuscii ad averne una copia. Era un volumetto essenziale, lo avresti infilato anche in borsetta. Il medesimo testo scolastico, alla fine degli anni Ottanta, era diventato enorme, quadruplicato di peso. E poi ci chiediamo perché i ragazzi non portano tutti i libri? Avete idea di quanti ne dovrebbero mettere nello zaino, ogni mattina, e che capienza dovrebbe avere lo zaino?

Persino Leopardi aveva notato come alcuni tipi di carta, innovativa ai suoi tempi, rendesse difficoltosa e pesante la lettura. Per tutti è chiaro, penso, che i libri hanno troppe pagine, che per lo più non verranno usate, e tutto ciò in nome del poter scegliere ciò che più aggrada, ciò che appare più idoneo e "fruibile" (brutta parola, ma rende l'idea). E invece dovrebbero esserci passi di autori, intendo dire di classici, imprescindibili a formare un percorso di vero e non apparente apprendimento; e dovrebbero essere ammessi solo alcuni autori dei giorni nostri, ma di grande e sicuro valore (linguaggio e messaggio), autori, insomma, da imparare oltre che da leggere.

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Roberto Accatino

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