giovedì 8 dicembre 2022

 

Belli 1

Come, dalla Carità Romana, mi nacque un'autentica passione per Gioacchino Belli

Tempo addietro, fui costretta a recensire uno di quei saggi inutili quanto illeggibili che pubblicano certe facoltà universitarie; uno di quei libri che finirà nella cartaccia, al macero, e diverrà utile quando sarà stata mutata in fazzoletti di carta ecologicamente riciclata. Eppure, quel saggio, per una o due delle sue pagine salvabili, mi è servito! Se non altro, per farmi delle risate; e non è poco.

Il saggio in questione, dunque, esaminava la Carità Romana nelle sue rappresentazioni, attraverso il tempo. Così, dal celebre racconto di Valerio Massimo, attraverso i secoli, ecco che appare, come un'oasi tra spietate sabbie ardenti, il godibilissimo sonetto di Gioacchino Belli: 

Un quadro bbuffo

Chi è sto bbrutto vecchio caccoloso,             

 che in logo de stà in pasce in zepportura, 

 succhia co la bboccaccia er caporello 

de cuella donna, come una cratura? 


Chì è sta vacca che nnun ha ppavura 

 de dà er latte a cquer po’ dde bbambinello, 

 che ppare er Merdoccheo de la Scrittura,                

 o, cquanno nun è llui, pare er fratello?                                                                                                     La Carità Romana di Artemisia Gentileschi, 1643     

  A mmé ppuro me piasce sto succhietto; 

 ma ppe cquanto me spremo in comprimenti, 

 ggnisuna bbalia vo attaccamme ar petto.

 

 Cuello averà ccent’anni, io nnun n’ho vventi 

 er zuo sta bbasso, e ’r mio sarta sur tetto: 

 duncue? sarà er motivo de li denti.




Ovviamente, la parola-chiave sulla quale si sofferma il mio interesse  è "Merdoccheo", per l'ironia un po' cattiva con cui Belli, attraverso il cambiamento di una vocale, stravolge e ribalta la pronuncia di questo nome altisonante e tratto da un contesto serio, o per meglio dire sacro (A.T., Libro di Ester), in una variante destinata a far ridere a crepapelle il popolo, il quale avrà identificato quel personaggio dal nome curioso (noto e forse familiare alle orecchie del popolo che partecipava alla messa), e l'avrà associato al concetto che esso richiamava.



                                                                                    La Carità Romana di Pierpaolo Rubens, 1620


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