lunedì 31 ottobre 2022

Ancora su La tovaglia (Santi 3)

(...)

Pensa a tutto, ma non pensa a sparecchiare la mensa. Lascia che vengano i morti, i buoni, i poveri morti.

Oh! la notte nera nera, di vento, d'acqua, di neve, lascia ch'entrino da sera, col loro anelito lieve; che alla mensa torno torno riposino fino a giorno, cercando fatti lontani col capo tra le due mani.

Dalla sera alla mattina, cercando cose lontane, stanno fissi, a fronte china, su qualche bricia di pane, e volendo ricordare, bevono lagrime amare. Oh! non ricordano i morti, i cari, i cari suoi morti!

Pane, sì... pane si chiama, che noi spezzammo concordi: ricordate?... 

(...)

Questa venuta dei morti è paurosa, ma la fanciulla è compassionevole. I morti non ricordano: sembra che il misterioso passaggio li abbia completamente scissi dalla vita che hanno vissuto. Cercano, tuttavia, di trovare qualche traccia del loro passato, certi fatti lontani. 

Questi tristi morti evanescenti, sia pure nella concretezza del desco familiare, mi ricordano le anime incontrate da Odisseo nella sua discesa nell'oltretomba: ombre nell'opacità di un luogo che non procura loro alcuna felicità. Ma queste anime, richiamate dalla presenza dell'eroe, non conoscono il presente; così pure i dannati danteschi, che il loro passato lo ricordano assai bene.



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